Monte d’Accoddi

Monte D'Accoddi

A Km 5 dal Camp Site International.

Questo importante complesso archeologico, scoperto nel 1954 in un terreno di proprietà del presidente Antonio Segni, comprende un altare monumentale megalitico, un villaggio e una necropoli ipogeica.

L’altare, alto 10 m c.a. e lungo, nel suo complesso, 80 m. c.a., oggi si presenta come un massiccio basamento a forma di tronco piramidale quadrato, costituito da pietre calcaree sommariamente sbozzate, collegato ad una lunga rampa di accesso alla sommità del monumento, su cui sorgeva l’edificio sacro, detto il Tempio Rosso.

Più volte trasformata nel tempo, questa straordinaria opera architettonica del passato, che sorge al centro di un coevo abitato di capanne quadrangolari, risale inizialmente alla metà del IV millennio a.C. Molto simile ad uno ziqqurat mesopotamico, la sua unicità nel Mediterraneo occidentale fa pensare ad un centro religioso frequentato, oltre che da popolazioni locali, anche da schiere di pellegrini venuti da oltremare. Insieme all’altare, la presenza di una massiccia semisfera in pietra detta onphalos, che sembra rappresentare la volta celeste, di alcuni menhir allineati secondo determinati punti cardinali e di un altare sacrificale, fa pensare alla presenza nel sito di una casta sacerdotale di antichi e misteriosi culti, esperta nello studio dell’astronomia.

Centro religioso, centro di sapere e di scienza, probabilmente centro di potere economico e militare di un contesto sociale in un’epoca perduta nella notte dei tempi, Monte d’Accoddi ha un fascino ed una voce silenziosa da far venire i brividi ed è in attesa di maggior considerazione e di maggior impegno da parte degli studiosi.

La necropoli afferente al complesso è scavata nella parete calcarea prospiciente il corso del rio d’Ottava, a 500 m dall’altare. Si compone di otto ipogei pluricellulari spesso decorati da protomi bovine e da elementi architettonici.

Crozefissu Mannu

Crozefissu Mannu

A Km 5 dal Camp Site International.

Questa particolare necropoli, costituita da un complesso di 20 ipogei sepolcrali scavati nel calcare, è un ottimo esempio del tipo di sepoltura realizzata a partire dalla fine del neolitico dalle popolazioni prenuragiche per onorare propri defunti, che in lingua sarda viene chiamata Domus de Janas, “Case delle Fate”.

A Crozefissu Mannu, dove il calcare affiora in superficie, queste si presentano come delle cavità scavate nella roccia articolate in diversi ambienti, con un ingresso che avveniva tramite un’apertura dall’alto detta a pozzetto o tramite un corridoio.

Le camere sepolcrali, spesso precedute da vestiboli, presentano anche affascinanti decorazioni architettoniche come colonne, portelli sagomati e protomi taurine intagliate nella roccia.

Le Domus de Janas, diffuse in tutto il centro-nord dell’isola, sono state utilizzate ancora nel periodo nuragico e alcune, opportunamente trasformate, divennero tombe paleocristiane.

Molto interessante è anche la presenza nell’area del sito di una strada romana, di cui rimangono i solchi lasciati dai carri che vi transitavano.

Turris Libyssonis

Turris Libyssonis

A Km 5 dal Camp Site International.

Antico nome della città di Porto Torres, Turris Lybissonis fu fondata da Giulio Cesare nel 46 a.C.

Gli importanti resti della colonia romana sono visibili principalmente alla periferia nord-occidentale dell’attuale centro e ci raccontano la vita di una città di provincia ricca e popolosa che intratteneva buoni rapporti commerciali soprattutto con Roma e Ostia.

Il foro, il mercato, le terme, tra cui il noto “Palazzo di re Barbaro”, il teatro, il ponte ed altri edifici in gran parte ben conservati si offrono al visitatore come testimonianza di un passato grandioso.

L’antiquarium raccoglie una gran quantità di reperti significativi.

La roccia dell’elefante

La roccia dell'elefante

A Km 22 dal Camp Site International.

Questo particolarissimo monumento è un enorme masso di trachite che, grazie all’erosione degli agenti atmosferici, ha assunto la forma di un grande elefante.

Alla sua base, sul lato destro, si aprono alcune domus de janas, una delle quali presenta alcuni bassorilievi raffiguranti protomi taurine, ed altri elementi decorativi.

Si trova subito dopo aver imboccato la strada per Sedini e si presenta come una sorpresa improvvisa e inaspettata.

Sedini

Sedini Domus De Janas

A Km 39 dal Camp Site International.

Tra i monumenti più interessanti vi è il complesso di domus de janas situato all’interno del paese, grande esempio del riutilizzo di queste sepolture che qui vennero dapprima adibite a prigione e successivamente ad abitazione.

Queste sono oggetto di curiosità turistica e di grande interesse da parte degli studiosi. Infatti, gli etnologi trovano a Sedini molto materiale di studio.

Anche il paese e i suoi dintorni sono interessantissimi e visitabili con escursioni guidate.

La Valle dei Nuraghi

Santu Antine Valle dei nuraghi

A Km 50 dal Camp Site International.

La reggia nuragica di Santu Antine (”San Costantino”) è forse l’emblema della misteriosa civiltà scomparsa.

Nella vallata del Meilogu, oltre la reggia situata in comune di Torralba, sono visitabili molti altri nuraghi.

Nella piana di Santa Lucia in comune di Bonorva, la necropoli di Sant’Andrea Priu è l’esempio più significativo della trasformazione delle Domus de Janas in tombe paleocristiane.

In questo sito si trova anche una cappella ipogeica dipinta e decorata.

Chiese

Porto Torres Basilica di San Gavino

A Porto Torres la basilica di San Gavino del XI secolo, con due absidi contrapposte e due ingressi laterali, è un singolare esempio di architettura romanica; mentre nel duomo di Sassari, la facciata gotica si sposa felicemente con le navate romaniche.

Da segnalare le basiliche romanico-pisane del XII secolo: Saccargia in comune di Ploaghe, San Pietro di Sorres in comune di Borutta, San Pietro in comune di Bulzi.